18. Maijishan - Gansu



Maijishan - Gansu

Inserito in un contesto paesaggistico di rara dolcezza, a quasi un'ora di strada dalla cittadina di Tianshui, le grotte del monte Maiji sono monumento di eccezionale rilevanza dal punto di vista archeologico e religioso. Fanno parte della grande tradizione delle false grotte, ovvero delle pareti rocciose lavorate, che decollata in tempi antichissimi in India giunse in Cina col Buddhismo fino a diventare una delle forme di espressione della devozione religiosa colta e popolare.
Poste a confronto con Dunhuang e Binglinsi (Gansu), Datong (Shanxi), Longmen (Henan) le grotte di Maijishan possono sembrare meno importanti o di dimensioni piú raccolte. Tuttavia dal punto di vista artistico le grotte di Maijishan sono testimonianza importante e, soprattutto per quanto concerne l'arte del V secolo d.C., sono probabilmente piú importanti e raffinate delle loro piú illustri sorelle. La lontananza dalle mete turistiche tradizionali e la lunghezza del viaggio (sia in treno che in pullman) da Lanzhou e Xian per raggiungerle garantisce al sito quella pace e liberazione dalle folle turistiche che sta ormai diventando, in molti luoghi, piú importante ancora della qualitá dell'arte.



In un grande panettone di roccia dell'altezza di un centinaio di metri che si alza in una valle montuosa come gigantesco fallo di pietra anacoreti buddhisti iniziarono a scavare grotte per la meditazione e il culto del Buddha durante il periodo dei Qin posteriori (384-417). La scelta del luogo non é casuale, specialmente quando si parla di buddhismo, una religione (sebbene non di definisca tale) molto attenta a non urtare i culti del luogo o a sfruttarli abilmente per essere accettata. Nel IV secolo dopo Cristo nella Cina era da tempo giunto a maturazione il culto della montagna inteso non come forma di adorazione per un Dio, ma come venerazione per un luogo in cui la natura e l'universo aveva manifestato con tanta evidenza l'emergere dalle viscere della terra dell'energia primordiale e cosmica (qin). Questa immensa pietra che fora la superficie terrestre e si lancia verso il cielo non é e non sará mai un dio per i cinesi: ma é tuttavia l'espressione misteriosa e sorprendente dell'energia che muove l'universo. Quella stessa che anima, fino a che sono in vita, gli uomini. 
La scelta del sito testimonia dunque, fin dalle premesse, il grado di conoscenza che ormai la cultura buddhista aveva maturato nei confronti della cultura cinese. E i santi monaci che iniziarono a lavorare la montagna di Maiji vollero, senza alcun dubbio, dare questo forte messaggio alle folle che le osservavano. 


La stessa energia vitale che emergeva dalle viscere della terra sotto forma di monte si era espressa nella dottrina buddhista e da questa emanava dunque la stessa prorompente vitalitá ed energia. 
Per tutto il cosiddetto periodo del medioevo cinese, cioé quella fase turbolenta e combattuta in cui regni effimeri si confrontarono nel tentativo di ricostruire l'unitá del paese, Maijishan fu meta importante di pellegrinaggio e di studio, Nelle sue grotte si sa che predicarono monaci famosi di quel tempo (Xuangao e Tanhong). Si dice che la comunitá dei monaci residenti nelle grotte raggiunse in certi momenti le 300 unitá. Il sito continuó ad essere frequentato e ad avere grande successo fino all'epoca Tang (618-907). Sebbene non si abbiano informazioni dettagliate sappiamo che a partire dall'epoca Song il monte Maiji vide un notevole rallentamento delle proprie attivitá e si trasformó in tempio di provincia.
L'importanza delle grotte di Maijishan, e in particolare dell'importantissima grotta n. 133, é legata alla qualitá eccezionale delle sculture dei secoli IV,V e VI. In questa fase la scultura cinese non aveva ancora maturato un proprio linguaggio autonomo e risentiva cosí in modo molto diretto dei modelli stranieri. E i monaci che in quegli anni giungevano in Cina portando il buddhismo provenivano dall'India, dalla Battriana e Gandhara (attuali Afganistan). 


Portavano dunque con sé un linguaggio artistico non cinese e ricco di influenze miste e sovrapposte di cui Maijishan é testimonianza importantissima. Di tutte le grotte buddhiste del Gansu Maijishan é quella piú lontana e meno conosciuta ma non succede che chi esce dai suoi antri decorati pensi con rammarico al tempo impiegato per raggiungerla.

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